Il 17 gennaio 2017 si è concluso presso l’Aula Bunker di Rebibbia innanzi alla Terza Corte d’Assise di Roma il c.d. Processo Condor che ha visto imputati numerosi militari coinvolti nella repressione scatenata dalla dittature del Sud America negli anni 70/80. Tra le decine di migliaia di vittime, formalmente desaparecidos, vi erano alcuni cittadini italiani. Per la morte di questi si è celebrato questo storico processo, l’unico che ha coinvolto quasi tutte le dittature del c.d. cono sud ovvero Cile, Bolivia, Uruguay, Perù. Illustri assenti tra gli imputati gli argentini ed i Brasiliani. Per quest’ultimi è pendente il processo di primo grado innanzi alla Prima Sezione della Corte di Assise di Roma.
Il nostro studio ha partecipato a questo processo difendendo i due imputati Boliviani. panerai replica
Il processo si è concluso con 8 condanne all’ergastolo e ben 19 assoluzioni, oltre a 6 declaratorie di non luogo a procedere per morte del reo. replica watches uk
Racconterò questo processo in altri articoli. fake uhren
Intanto potete scaricare o ascoltare il dispositivo pronunciato dalla Presidente dell Corte Dott.ssa Evelina Canale.
In data 11 dicembre 2015 è stato stipulato un Protocollodi intesa tra il Tribunale di Roma, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, la Camera Penale di Roma e l’Associazione Nazionale Forense di Roma per la liquidazione standardizzata degli onorari dei difensori dei soggetti ammessi al Patrocinio a Spese dello Stato, degli imputati irreperibili, dei c.d. irreperibili di fatto e dei c.d. insolvibili.replica tag heuer
Il difensore ha l’onere di presentare, in uno alle conclusioni (ove possibile) la richiesta di liquidazione mediante apposita tabella di liquidazione standardizzata. rolex replica
Il Giudice provvederà alla liquidazione insieme alla lettura del dispositivo.repliche orologi
Si tratta indubbiamente di un importante passo in avanti nella velocizzazione del procedimento liquidatorio degli onorari che, come ben sanno i difensori beneficiari, è a dir poco elefantiaca.
Mi sembra che evidenzi bene cosa mi sarebbe piaciuto all’epoca e quanto si è ad ora realizzato.
Non tutto, qualcosa, in parte e non benissimo. Ma non lamentiamoci per forza
Il futuro è iniziato, a noi migliorarlo.
BUONA LETTURA
Prendo spunto da un’immagine che mi perseguita da giorni.
Un uomo (o una donna poco conta) seduto appoggiato ad un albero con in mano il suo tablet che comunica, lavora, socializza, insomma vive.
Ci ho visto la sintesi del futuro, rectius, la raffigurazione del presente possibile.
In sintesi. Un mondo senza carta, costantemente connesso, universalmente fruibile, dove viaggiano le idee e non le persone, il tutto immerso in un ambiente pienamente ecosostenibile alimentato da fonti energetiche rinnovabili in cui l’uomo protegge e valorizza l’ambiente in cui vive.
Un mondo dove la democrazia è vera partecipazione, possibile per tutti. Un’assemblea continua e costante dove si elaborano idee, si esprimono pareri, ci si confronta, si litiga (perchè no?) e, tutti insieme, si costruisce il futuro.
La cosa bella di tutto ciò è che non è, questo, un puro esercizio RETORICO, ma la rappresentazione di un presente possibile ed in minima parte già attuato.
Un presente che, a ben ragionarci, si integra completamente con delle sinergie che si rafforzano l’una con l’altra integrandosi e valorizzandosi reciprocamente.
Vediamo ciò che, ad oggi, c’è e perchè parlo di un presente possibile ed in parte già realizzato.
POLITICA
Una realtà concreta di quello che dico è il movimento di Beppe Grillo(n.d.r. 2017. Ricordatevi che l’articolo è stato scritto nel 2011).
Piaccia o non piaccia (qui non se ne danno giudizi di merito) questa realtà è nata e si è sviluppata esclusivamente on line ed ha dato vita al Movimento Cinque Stelle che, alle elezioni Comunali a Bologna (2011), ha preso il 9,4%, dimostrando, si ripete al di là del merito, che si può fare una concreta POLITICA DIGITALE.
Quasi superfluo, poi, parlare del ruolo della rete nei recenti stravolgimenti che hanno interessato alcune regioni del Nord Africa.
Certo questo comporta dei seri rischi per chi si espone politicamente sotto forma di bit. In pratica ci si trova sotto il continuo giudizio degli elettori (o potenziali tali) in un costante confronto. Ma è proprio questa la vera forza della politica digitale.
Crescere costantemente dal confronto.
Sia chiaro, in questo futuro TUTTI bisogna crescere ed imparare ad utilizzare gli strumenti formidabili che abbiamo a disposizione.
Nella politica digitale, proprio per la facilità di accesso al mezzo, ci si confronta, si discute, (come sopra detto) si litiga MA NON CI SI INSULTA. Il rispetto reciproco, pur nella difformità, è principio fondamentale e necessario in ogni comunità virtuale.
Basta frequentare un qualsiasi forum ben gestito per vedere come, appena i toni degenerano, interviene il moderatore a riportare tutti nei ranghi. Questa non è censura ma regola di convivenza, necessaria ed imprescindibile.
INFORMAZIONE
Bè che dire.
Il web è informazione per antonomasia.
Libera, caotica, completa e parziale al tempo stesso.
Sul web c’è tutto ed il contrario di tutto.
Tutti possono dire cosa pensano in quel momento e farlo sapere a tutto il mondo.
Su un qualsiasi argomento si posso trovare mille opinioni diverse.
Confrontarle, dibatterle, avversarle o appoggiarle, crearne di nuove insomma, esserci comunque.
Se voglio, ho tutto.
Niente più scuse, abbiamo tra le mani il più potente strumento di tutti i tempi, a noi saperlo utilizzare per crescere.
Come non mai: non posso, vuol significare, non voglio.
AMBIENTE
Come il mondo digitale, oggi e non domani, ci aiuta a creare un mondo veramente ecosostenibile.
Intanto un primo slogan. ABBASSO LA CARTA W IL BIT.
Per lavoro vivo immerso nella carta e sostengo una quotidiana lotta contro questo affascinante ma vetusto supporto.
Pensiamoci bene.
Quanto poco cammino abbiamo fatto dalla tavolozza di pietra passando per il papiro per finire al foglio A4.
Ancora campiamo con un pezzo di natura che ci portiamo appresso, che ci invade le case e gli uffici, che pesa ed ingombra, che si deteriora e che è difficile da portare, da trasmettere, che costa sia in termini di ambiente sia di risorse, umane e finanziarie, finalizzate unicamente alla sua gestione.
Già alla gestione del supporto, non delle idee che il supporto contiene.
Inutile fare esempi.
Sono alla quotidiana attenzione di tutti.
Ragioniamo e cerchiamo di eliminare mentalmente dalla nostra vita questi pezzi d’albero che ci portiamo appresso.
Alzo gli occhi ed ho davanti a me una libreria di ragguardevoli dimensioni piena di libri.
Certo, direte voi, in uno studio legale i libri ci sono per forza.
Uno studio legale senza libri sarebbe come uno studio medico senza stetoscopio o un’officina meccanica senza cacciaviti.
Ed invece no.
Assolutamente no.
Nel nostro lavoro si elaborano idee.
Si lavora, principalmente, su concetti.
Io non analizzo il pezzo di carta, ne analizzo il contenuto.
Io non produco fogli, produco idee.
I miei strumenti non sono i codici o i repertori sono le leggi e la giurisprudenza.
Io posso prendere un accendino e fare un bel falò degli alberi che ho davanti a me.
Tutto quello che mi occorre è sul mio hard disk o sul web.
Qualche altro esempio concreto dal mio mondo.
OGGI
Un processo penale.
Facciamolo semplice tanto per capire il concetto.
Tizio ruba un’auto.
La Polizia lo ferma poco dopo.
Lo arresta e lo porta in ufficio.
Si redige l’informativa (carta).
Si raccoglie la querela (carta).
La si mette dentro un fascicolo (carta).
Il fascicolo viene (pedibus calcantibus) portato in Procura (risorse umane).
Il tizio viene portato, il giorno dopo, in Tribunale per l’Udienza di Convalida (indispensabile).
Nell’ Udienza di Convalida si forma il fascicolo della convalida (carta).
La Procura forma il suo fascicolo nel quale confluisce quello formato dalla Polizia (carta).
La quale ovviamente ne trattiene copia (carta che si moltiplica).
Si fanno i verbali della Convalida (carta).
Il Giudice emette il provvedimento sulla convalida e si esprime sulla eventuale misura cautelare (che nel nostro esempio non emette) consegnandone copia alle parti (carta che si moltiplica).
Il processo prosegue con le forme del rito abbreviato (ripeto lo faccio semplice).
Se ne redige verbale (carta).
Il Giudice emette la Sentenza (carta).
Tizio viene condannato.
L’avvocato chiede copia della Sentenza (carta che si moltiplica).
Propone appello (carta supermoltiplicata: originale + 5 copie, che uno solo, al massimo due, leggeranno).
Si forma il fascicolo dell’appello (carta che contiene carta).
Si fissa l’udienza dell’appello.
Gli avvisi vengono notificati (carta) (si badi qui si ha il primo pezzo di carta ad oggi indispensabile ovvero l’avviso all’imputato che si presume non possegga una PEC).
Si va in udienza per discutere l’appello.
Viene redatto verbale (carta) ed emessa la Sentenza (carta).
TUTTO POTREBBE ESSER FATTO IN VIA TELEMATICA OGGI.
L’informativa (che viene redatta in formato elettronico) viene trasmessa tramite PEC al PM che la vede in tempo reale.
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Il verbale d’udienza e tutti i provvedimenti redatti tramite pc e gestiti in via telematica.
L’appello trasmesso tramite PEC.
LE NOTIFICHE AGLI AVVOCATI TRAMITE PEC.
E qui urlo.(n.d.r. 2017: fortunatamente oggi molte, non tutte. le notifiche anche nel penale avvengono sulla PEC degli avvocati)
Ma lo sapete che per portarmi un solo pezzo di carta spesso si muove un intero equipaggio dei Carabinieri dalla Stazione di Vattelappesca dall’altro capo della città?
E se non mi trova ritorna?
Quegli stipendi, quella benzina LI PAGHIAMO TUTTI NOI E NON SERVE A NULLA!!!
Io ho (obbligatoriamente) una PEC. Mandamela per PEC!!!
Lo si può fare oggi.
Ma lo si vuol fare oggi?
L’uomo del mio sogno dovrebbe sacrificare un ramo dell’albero sotto il quale sta per prendere a “tortorate” che ci costringe a sopportare ancora un supporto del genere…
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